Nel movimento della schiacciata o smash e del servizio la spalla del tennista va incontro ad enormi sollecitazioni (pensate alla velocità che raggiunge la pallina di oltre 200 Km/h (nel servizio di alcuni di essi!) che creano in definitiva una patologia da sovraccarico funzionale sulle strutture muscolo-tendinee ed inserzionali della cuffia dei rotatori, specialmente il tendine del muscolo sovraspinoso e il tendine del capo lungo del muscolo bicipite brachiale.
È sbagliato pensare che il sovraccarico funzionale debba colpire solamente i tennisti capaci di rotazioni (topspin) apparentemente impossibili o di accelerazioni vertiginose della pallina, ma il sovraccarico può essere visto come la combinazione di alte sollecitazioni (anormali) applicate in maniera ripetitiva a tessuti normali, come avviene nei soggetti allenati, ma deve essere vista anche come effetto di sollecitazioni applicate a strutture meno preparate a supportare il carico, come soggetti non allenati o per niente pronti a movimenti gestuali del tennis.
Inoltre non va dimenticata la complessa struttura anatomica della spalla che deve fare fronte continuamente ad una situazione di potenziale instabilità, per cui deve continuamente autocentrarsi in situazioni di estrema difficoltà funzionale, tra l’altro aggravati dal fatto che nella pratica del tennis il movimento è sempre trasmesso da un attrezzo, la racchetta, di tipo impulsivo, cioè è soggetto a più impulsi da parte del praticante e non funge da mezzo coadiuvante dello spostamento.
Le metodiche di imaging (diagnostica per immagini) contribuiscono insieme con l’esame clinico ad arrivare ad una precisa diagnosi che più spesso è rappresentata da vari gradi di lesività dei tendini della cuffia dei rotatori che vanno incontro alla cosiddetta sindrome da conflitto superiore sottoacromiale o postero-superiore (con questo termine si intende una sindrome dolorosa descritta e ben codificata per primi da G. Walch- F. Rossi che può colpire alcuni tennisti che eseguono la battuta portando la spalla in posizione estrema di abduzione ed extrarotazione), in cui in definitiva il tendine del muscolo sovraspinoso viene compresso in maniera violenta e ripetuta nel tempo tra superfici ossee che lo logorano continuamente. A lungo andare, per di più, la sindrome da conflitto che si viene a creare può sfociare o verso una rottura del sovraspinoso o dei tendini coinvolti, oppure può virare, a seguito dell’allungamento delle strutture capsulari, verso una instabilità che può divenire anche multidirezionale, necessitando così di una terapia chirurgica con ritensionamento capsulare o ancoraggio delle strutture tendinee.
In conclusione:
Il tennis è uno sport bellissimo fatto di condivisione, passione e divertimento, ma non sottovalutatene le conseguenze e cercate di rinforzare al massimo muscoli, tendini e articolazioni che supportano “la spalla” dai bruschi e repentini movimenti generati da questo sport.